Castello di Banchette

La storia

Il castello si trova sul confine occidentale del territorio di Ivrea, confinante ad est con le acque del fiume Dora Baltea. La sua storia, come quella del paese di Banchette, è sempre stata strettamente connessa a quella della città eporediese, di cui seguì le sorti in tutto il medioevo. La residenza castellata fu costruita su di un isolotto morenico per controllare la via che da Fiorano portava ad Ivrea, passando sotto il Monte Liggiero. L'edificio risale al periodo anteriore al XII secolo, ma il sito pare fosse già stazione fortificata dei Romani. Successivamente ampliato con l'aggiunta di una torre con la finalità di aumentare le funzioni di difesa, fu comunque, in periodi diversi, danneggiata dal passaggio di bande di ventura e di soldatesche spagnole e francesi fino a ridursi, a metà dell'800 ad alcune mura merlate. Risale proprio a questo periodo il restauro operato sui ruderi preesistenti dalla famiglia Pinchia, che ne aveva ottenuto titolo comitale per concessione di Vittorio Amedeo II nel 1722. L'ultimo e più noto esponente della famiglia fu Emilio Pinchia, uomo politico, scrittore e poeta di chiara fama, che per i suoi meriti si vide concesso dal re nel 1904 il titolo di Conte di Banchette. Sul finire del XIX secolo, il Conte volle realizzare una residenza articolata in diversi ambienti adatta sia per le funzioni di rappresentanza che per l'abitazione di più gruppi familiari, affidando i lavori che porteranno il castello alla conformazione attuale ad Ottavio Germano, collaboratore del famoso Alfredo D'Andrade.


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